“Gli Elohim: Testo Originale, Manipolazione Teologica e Lettura Spirituale Moderna”
Gli Elohim: Testo Originale, Manipolazione Teologica e Lettura Spirituale Moderna
Questa pagina approfondisce uno dei temi più delicati e meno discussi della Bibbia: gli Elohim. Partendo dal testo ebraico originale, passando attraverso la reinterpretazione teologica, fino alla lettura spirituale e paranormale proposta da SIRP Nazionale, ricostruiamo una visione più onesta e coerente di ciò che si nasconde dietro questo termine plurale imbarazzante per il monoteismo classico.
1. Cosa dice la Chiesa sugli Elohim
Nella catechesi cristiana tradizionale, il termine Elohim viene presentato come un semplice sinonimo di “Dio”:
- Elohim = il Dio unico, onnipotente, creatore del cielo e della terra.
- La forma plurale viene spiegata come un “plurale di maestà” o “di eccellenza”.
- Le espressioni al plurale (“Facciamo l’uomo...”, “a nostra immagine...”) vengono lette come anticipazioni del mistero trinitario.
In questo modo, ogni traccia di pluralità viene assorbita e neutralizzata all’interno di un modello teologico che deve restare rigidamente monoteista e coerente con la dottrina successiva.
Per la teologia classica, Elohim è “Dio” e basta. Il plurale viene spiegato con categorie linguistiche e dogmatiche introdotte molto dopo rispetto al testo biblico.
2. Cosa dice il testo ebraico originale
Dal punto di vista linguistico, Elohim è in modo oggettivo un sostantivo plurale. Questo non è un parere teologico, è grammatica.
Elementi linguistici fondamentali
- Forma plurale: in ebraico la terminazione -im indica il plurale maschile.
- In diversi passi, il termine è accompagnato da verbi o aggettivi al plurale.
- Frasi come “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza” usano verbi e pronomi plurali.
Inoltre, l’ebraico biblico non conosce il “plurale di maestà” così come lo intende la linguistica europea moderna. Questa spiegazione è una giustificazione tardiva, introdotta per armonizzare il testo con la dottrina monoteista consolidata.
Elohim è un termine plurale che, nel contesto originario, rimanda a una pluralità di entità, potenze o esseri, non a un singolo Dio in senso filosofico.
3. Chi erano davvero gli Elohim? Ipotesi principali
Esistono diverse interpretazioni serie sugli Elohim. Nessuna coincide completamente con la versione catechistica tradizionale. Di seguito riportiamo tre linee di lettura che aiutano a comprendere la complessità del tema.
3.1. Elohim come assemblea di esseri divini
In molti passi biblici appare una vera e propria corte celeste: una riunione di esseri spirituali, chiamati “figli di Dio”, “santi”, “consiglieri”. Alcuni Salmi e il libro di Giobbe mostrano questa scena in modo esplicito.
- YHWH appare come “capo” o “giudice” in mezzo agli Elohim.
- Gli altri Elohim sembrano avere funzioni, ruoli, responsabilità.
Questa immagine è molto vicina ad altre religioni antiche del Medio Oriente, dove esiste un Dio supremo e una schiera di esseri divini subordinati.
3.2. Elohim come traccia di un antico politeismo
Molti studiosi ritengono che la religione ebraica più antica non fosse un monoteismo “puro”, ma una forma di monolatria:
- si adora un Dio principale (YHWH);
- si ammette l’esistenza di altri esseri divini (gli Elohim).
Con il passare dei secoli: gli altri Elohim vengono “declassati” a angeli o demoni, mentre YHWH viene assolutizzato come l’unico Dio vero, cancellando progressivamente la pluralità originaria dal livello teologico (non sempre da quello testuale).
3.3. Elohim come gerarchie di coscienze superiori (lettura spirituale/paranormale)
Nella prospettiva di S.I.R.P. Italia, è possibile leggere gli Elohim anche come:
- coscienze evolute che interagivano con l’umanità primitiva;
- entità intelligenti percepite come “Dèi” da occhi antichi;
- presenze capaci di manifestarsi in forma fisica o semi-fisica, di parlare, camminare, mangiare, lottare.
Molti episodi dell’Antico Testamento mostrano “angeli” ed Elohim che compiono azioni corporee: si siedono, mangiano, vengono scambiati per uomini, lottano fisicamente. Questo è più compatibile con manifestazioni dimensionali o energetiche che assumono densità, che non con l’idea medievale dell’angelo come “puro spirito alato”.
Gli Elohim possono essere riletti come una pluralità di Intelligenze reali, appartenenti a piani di coscienza diversi dal nostro, che hanno interagito in modi concreti con l’umanità.
4. Il controsenso teologico: dalla pluralità al monoteismo rigido
La teologia cattolica, per mantenere un monoteismo perfetto e per allineare l’Antico Testamento con il dogma trinitario, è costretta a operare una serie di “acrobazie” interpretative:
- trasformare un plurale evidente in un singolare metaforico;
- reinterpretare la corte degli Elohim come semplice immagine simbolica;
- spiegare i verbi al plurale come allusioni al mistero della Trinità;
- spiritualizzare esseri che nel testo agiscono in modo fisico e concreto.
In questo modo, la complessità originaria viene ridotta a un unico schema dottrinale, e ogni traccia di pluralità viene riletta come “linguaggio figurato”.
Il testo biblico mostra una pluralità di presenze (Elohim), mentre la dottrina successiva nega o assorbe questa pluralità per ragioni teologiche, non per fedeltà letterale al testo.
5. La lettura S.I.R.P.: Elohim e ricerca spirituale e paranormale
La prospettiva di S.I.R.P. Italia non è dogmatica, ma si fonda su tre pilastri:
- Onestà testuale: partire da ciò che il testo dice davvero, senza forzarlo per farlo combaciare con un dogma.
- Onestà storica: riconoscere che le dottrine teologiche si sviluppano nel tempo e non cadono dal cielo già pronte.
- Onestà spirituale: integrare ciò che emerge dalla medianità, dalle esperienze spirituali e dalle indagini sui fenomeni paranormali.
In concreto, questo significa che:
- accettiamo che gli Elohim siano un plurale reale, non un semplice artificio grammaticale;
- consideriamo possibile l’esistenza di gerarchie di coscienze superiori che hanno interagito con l’umanità;
- leggiamo molte esperienze bibliche come fenomeni di contatto, visionari, energetici e paranormali;
- non riduciamo queste presenze a “angioletti” o “demoni” secondo lo schema dualistico posteriore.
Gli Elohim vengono studiati come parte di una storia più ampia di interazioni tra piani di coscienza, in continuità con i fenomeni che osserviamo oggi sul campo: apparizioni, contatti, manifestazioni energetiche intelligenti.
6. Elohim nella sezione “Ricerca & Metodologia”
Questo tema non è un semplice approfondimento biblico: è un tassello centrale della cornice metodologica della S.I.R.P. Per questo, la pagina sugli Elohim si integra perfettamente nella sezione “Ricerca & Metodologia”, accanto alla linea logica sulla ricerca paranormale.
Qual è il suo ruolo nel progetto S.I.R.P.?
- Mostrare che le fonti religiose parlano già, in forma arcaica, di fenomeni oggi studiati come paranormali.
- Dimostrare che molte letture dogmatiche sono reinterpretazioni successive, non dati intoccabili.
- Aprire uno spazio in cui la Bibbia può dialogare con la ricerca spirituale contemporanea senza paura.
- Dare dignità storico–spirituale all’idea di piani di coscienza multipli e gerarchie di Intelligenze.
Gli Elohim diventano un esempio concreto di come S.I.R.P. Italia legge i testi sacri non come dogmi chiusi, ma come testimonianze di esperienze paranormali e spirituali che possono essere rilette e comprese in chiave moderna.
7. Sintesi: cosa insegna il caso “Elohim”
Punti chiave emersi
- Elohim è un termine plurale che, nel testo ebraico, indica una pluralità di presenze o potenze.
- La teologia monoteista successiva ha cercato di assorbire questa pluralità, parlando di “plurale di maestà” e di anticipazioni trinitarie.
- Molti passi biblici mostrano una corte celeste e interazioni concrete con esseri che si comportano in modo fisico.
- Le gerarchie di Elohim possono essere lette come indizi di piani di coscienza superiori e di contatti antichi tra umano e Oltre.
- La ricerca paranormale moderna offre strumenti per rileggere questi fenomeni in modo più onesto e meno dogmatico.
- S.I.R.P. Italia utilizza il caso “Elohim” come esempio di metodo: testi antichi, analisi critica, confronto con l’esperienza sul campo.
In questa prospettiva, gli Elohim non sono un imbarazzo da nascondere, ma una chiave da recuperare: parlano di un universo abitato, di una realtà multidimensionale e di una storia di contatti tra il mondo umano e il mondo dello Spirito che continua ancora oggi, nelle case, nei luoghi storici, nei castelli, nelle indagini che S.I.R.P. conduce sul territorio italiano.