Perché crediamo nel paranormale anche quando diciamo di non crederci

In Italia è molto comune sentire frasi come:
“Non credo a queste cose… però certe volte…”
“Non ci credo, ma preferisco non sfidare il destino…”
“Non credo ai fantasmi, però in quel castello non ci dormirei mai.”

Questo paradosso racconta una verità profonda:
anche quando ci definiamo “scettici”, una parte di noi continua a credere nel paranormale.

Radici antiche: dall’Italia pagana alla tradizione popolare

La penisola italiana è da sempre una terra attraversata da:

  • culti degli antenati,

  • credenze sugli spiriti dei luoghi (fonti, boschi, colline),

  • divinità di confine tra umano e oltre-umano,

  • superstizioni legate al “malocchio”, al destino, ai segni.

Molte di queste credenze sono state assorbite, trasformate o coperte nel passaggio:

  • dalla religiosità pagana romana,

  • al cristianesimo,

  • alle tradizioni popolari contadine,

  • fino alle superstizioni moderne (“toccare ferro”, “non passare sotto la scala”, “non aprire l’ombrello in casa”).

Anche quando la cultura ufficiale ha detto “è tutto superstizione”, il popolo ha continuato a:

  • fare il segno della croce,

  • portare talismani,

  • rispettare certe date,

  • vedere “segni” negli eventi quotidiani.

La psicologia profonda: bisogno di significato e di connessione

A livello psicologico, il paranormale risponde a due bisogni fondamentali:

  1. Dare un senso all’imprevedibile

    • Un evento improvviso, una perdita, una coincidenza forte:
      l’idea che “ci sia un disegno” o “un segnale” placa l’ansia del caos.

  2. Sentirsi connessi a qualcosa di più grande

    • Che lo si chiami Dio, Universo, Campo, Spiriti o semplicemente “Energia”,
      l’essere umano ha bisogno di sentirsi parte di una storia più grande della propria.

Per questo, anche chi si definisce “materialista” spesso:

  • parla di “karma”,

  • sente “che le energie erano strane”,

  • dice “me la sono attirata”,

  • pensa ai propri cari defunti nei momenti chiave.

Credere anche quando neghiamo

Non si tratta di ingenuità.
È il segno che la dimensione spirituale e simbolica non può essere cancellata con un’opinione intellettuale.

Per SIRP Nazionale, questo è un dato fondamentale:

  • il paranormale non è una moda;

  • è una componente profonda della psiche e della cultura italiana;

  • reprimere tutto come “sciocchezza” significa amputare una parte dell’anima collettiva.

La missione della SIRP non è “convincere a credere”,
ma offrire uno spazio dove queste domande — già presenti dentro le persone — possano essere affrontate con metodo, rispetto e maturità.