Perché serve coraggio per parlare seriamente di paranormale oggi

Nel 2025 potrebbe sembrare facile parlare di paranormale:
social pieni di fantasmi, TikTok pieno di medium, serie TV, podcast, meme.

In realtà, parlare seriamente di paranormale oggi richiede più coraggio che mai.

Perché?

Perché chi lo fa seriamente si trova subito tra due fuochi:

  1. Il fuoco dello scetticismo aggressivo

    • “Sei un credulone.”

    • “Stai diffondendo pseudoscienza.”

    • “Stai riportando l’Italia al medioevo.”

  2. Il fuoco del sensazionalismo

    • “Ma perché non urli, non fai paura, non esageri?”

    • “Dovete fare vedere più fantasmi, altrimenti non fate visualizzazioni.”

    • “Ci devi mettere più shock.”

SIRP Nazionale ha scelto la via più scomoda:
quella del rigore.

Il coraggio di dire “non lo sappiamo”

Parlare seriamente di paranormale significa:

  • ammettere che alcuni fenomeni restano inspiegati;

  • ma anche respingere ogni affermazione assoluta non sostenuta dai dati;

  • dire “questo è anomalo, ma non posso dire che sia un fantasma con certezza”.

È molto più facile:

  • inventare storie,

  • montare video,

  • dichiarare “questo è sicuramente uno spirito”,

  • vendere rituali e risposte facili.

È molto più difficile:

  • spiegare il confine tra ciò che è psicologico, ambientale e realmente anomalo;

  • ripetere mille volte “non tutto è paranormale”;

  • educare il pubblico a pensare con la propria testa.

Il coraggio di esporsi

Chi, in Italia, parla seriamente di paranormale:

  • rischia di essere ridicolizzato in alcuni ambienti accademici;

  • rischia di essere attaccato da chi guadagna sulla paura;

  • rischia di essere confuso con chi fa spettacolo.

Per questo serve coraggio:

  • dei fondatori,

  • dei ricercatori,

  • dei divulgatori,

  • dei soci che ci credono.

La SIRP rappresenta oggi una scelta chiara:
rimettere il paranormale nella storia della ricerca, non nel circo dell’intrattenimento.