La paura dell’oltre: come la cultura italiana l’ha repressa

L’Italia è il Paese dei santi, delle madonne, delle processioni, ma anche dei tabù sul “parlare con i morti”, sugli spiriti, sui fantasmi, sulle energie.

C’è una contraddizione apparente:
siamo circondati da immagini dell’aldilà (chiese, affreschi, cimiteri monumentali, ex-voto, reliquie),
e allo stesso tempo esiste una paura enorme nel parlare apertamente di paranormale e comunicazione con l’oltre.

Dal Medioevo all’Inquisizione: il controllo della visione dell’aldilà

Per secoli, l’unica visione ammessa dell’aldilà in Italia è stata quella:

  • ufficiale,

  • dottrinale,

  • controllata dalle istituzioni religiose.

Qualsiasi esperienza diretta che usciva da quel quadro:

  • sogni profetici,

  • visioni,

  • contatti spontanei con defunti,

  • pratiche magiche antiche,

veniva guardata con sospetto, quando non apertamente condannata.

In particolare:

  • l’Inquisizione ha perseguito come “stregoneria” molte forme di spiritualità autonoma,

  • le donne che operavano come guaritrici, levatrici, “maghe” di paese erano spesso tra le prime sospettate,

  • chi dichiarava di vedere o sentire i morti rischiava l’accusa di eresia o di possessione.

Il messaggio implicito per secoli è stato:
“L’aldilà esiste, ma non puoi parlarne tu. Ci pensiamo noi a dirti cos’è.”

Il XX secolo: scienza riduzionista e ridicolo mediatico

Nel Novecento si aggiunge un secondo strato di repressione:

  • la versione più rigida del materialismo scientifico,

  • e, dagli anni ’80 in poi, la spettacolarizzazione televisiva.

Da un lato:
chi parla di esperienza spirituale, medianità, visioni, intuizioni viene spesso ridicolizzato come:

  • ignorante,

  • fragile psicologicamente,

  • “credulone”.

Dall’altro:
il paranormale viene usato come intrattenimento:

  • show, risate, horror,

  • finti medium,

  • “maghi da tv di notte”.

Risultato:
vergogna culturale.
La gente ha paura a raccontare esperienze profonde per timore di essere presa in giro.

Sotto la superficie, però, l’oltre continua a chiamare

Nonostante tutto, in Italia:

  • continuano i sogni “troppo veri” dei defunti;

  • le voci e i passi nei vecchi casali;

  • i segni simbolici che accompagnano i lutti;

  • le esperienze di NDE (Near Death Experiences);

  • le percezioni inspiegabili nei luoghi storici.

Ma chi vive queste cose spesso:

  • non sa a chi dirlo;

  • teme la condanna religiosa;

  • teme il ridicolo sociale.

SIRP Nazionale nasce anche per questo:
per rompere la repressione culturale,
ridare dignità a chi vive esperienze con l’oltre,
e riportare il tema dell’aldilà dentro una cornice di ricerca, etica e rispetto.